martedì 28 dicembre 2010

Neutralità del web difesa, o forse no

Web, il futuro ha bisogno di regole secondo la Fcc"La decisione odierna aiuterà a preservare la libertà e l'apertura di Internet e a incoraggiare l'innovazione, oltre a tutelare i consumatori e difendere la libertà di espressione". Barack Obama, il primo presidente americano nell'era del web, accoglie con favore il via libera della Federal Communication Commission (Fcc) alle regole per la neutralità della rete. Ma non tutti sono così soddisfatti: le critiche, in rete e nella realtà, abbondano.




La notizia
La Federal Communication Commission (Fcc) ha approvato le regole per la neutralità
delle rete, che impediscono agli operatori di bloccare o rallentare qualsiasi contenuto web ma consentono alle compagnie telefoniche di fissare corsie preferenziali al traffico via cellulare, il business del futuro (prossimo) del web.
 
Web neutrality
In discussione è il principio della neutralità della rete, quello in base al quale una rete a banda larga deve essere priva di restrizioni arbitrarie sui dispositivi connessi e sul modo in cui essi operano, senza un possibile controllo preventivo dei contenuti veicolati da parte delle società di telecomunicazioni che forniscono il servizio di accesso a internet.
In altre parole, il video della Cnn deve viaggiare in rete alle stesso condizioni di quello dello sconosciuto utente di un paesino dell'Iowa. 

Verso un web pay per view?
Molti negli ultimi anni hanno denunciato il rischio che le compagnie di telecomunicazione possano usare il loro strapotere sulla rete per discriminare tra i vari tipi di traffico, introducendo balzelli e pedaggi per i produttori di contenuti, in particolare se concorrenti. I sostenitori del principio della 'net neutrality' sostengono che le società di telecomunicazione cercano di imporre un modello di servizio "a livelli" per guadagnare di più dal controllo della rete che dai contenuti.

Divieti e libertà
La normativa varata dalla Fcc sul punto è ambigua. Perché vieta a giganti come Comcast, AT&T o Verizon Communications di ostacolare l’accesso a servizi internet concorrenti, come per esempio Netflix. Di più, agli operatori viene imposta maggior trasparenza, informando i propri clienti sulla velocità e sui servizi on line offerti. Le stessa normativa tuttavia consente alle società telefoniche che offrono servizi wireless di 'aprire' corsie prefernziali con servizi più rapidi (ad esempio nel download di video) alle società che pagano meglio. E qui, secondo molti analisti, il principio della netrialità della rete difeso in liena generale viene intaccato sul terreno più promettente, quello del web in mobilità.

Chi è contro
A questo punto, leggendo il caso con la solita lente (distorta) italiana, uno si aspetterebbe di trovare fra i difensori a oltranza della neutralità della rete 'la sinistra', ovvero i Democratici. E invece ad attaccare su questo terreno sono i Repubblicani.
Prima nella Fcc, dove le nuove misure sono state approvate con 3 voti a favore e 2 contrari - proprio degli esponenti del Gop. Poi sui giornali e sul web.

Basta regole!
Basta leggere un paio di pagine del Wall Street Journal per capire perché: "Alcune aziende di venture capital che investono in applicazioni innovative e di tecnologia wireless hanno già espresso preoccupazione per l'impatto di questa normativa sul business wireless. 'Il problema è che c'è così tanta ambiguità nelle norme', ha detto Brad Burnham di Union Square Ventures, una società che ha investito in start-up tra cui Foursquare Inc. e Twitter". Meredith Attwell Baker, repubblicana, va al nocciolo del problema sulle colonne del Washington Post: "Quello che è scoraggiante - scrive - è che la Fcc intervenga per regolamentare internet perché vuole, non perché ce n'è bisogno. Preservare l'apertura e la libertà di Internet non è qualcosa di negoziabile, è un principio condiviso da tutti a a fondamento dell'economia di internet. Nessuna azione di governo è necessaria per preservarlo". 

Dalla disciplina alla censura?
I Democratici, invece, restano convinti che il web per crescere abbia bisogno di regole, anche per tutelare la neutralità della rete. Ma non solo. Poiché il web rischia di trasformarsi in un potentissimo veicolo di comunicazioni per attività criminali (basti pensare alle difficoltà di intercettazione di chiamate via Skype) la nuova normativa deve garantire spazi di intervento alle autorità nei casi potenzialmente più dannosi per la sicurezza nazionale. La normativa della Fcc tuttavia, anche su questo punto, si presta a più letture: perché dietro ai 'contenuti dannosi' un'Amministrazione potrebbe vedere ad esempio Wikileaks o programmi di file sharing. E ancora: è vero che i servizi per il web in mobilità richiedono una gestione più oculata dei carichi di traffico. Ma ipotizzare le famose corsie preferenziali per chi paga, di fatto, secondo i 'puristi' aprirebbe le porte a un web di serie A e uno di serie B.

Utenti e gestori, esigenze diverse
Quello che non va dimenticato, in questo dibattito solo apparentemente tecnico ma in realtà importante per il futuro prossimo della veicolazione dei contenuti sulla rete, è che  il tentativo della Fcc, sintetizzato dal presidente Julius Genachowsky come difesa della neutralità, della libertà e dell'apertura del web, cerca faticosamente di mettere insieme 'pulsioni' dei grandi attori del mercato del web - le compagnie tlc, i gestori telefonici, i service provider - con i diritti dei miliardi di fruitori della Rete. Che in questa normativa ci sono, eccome. 

A tutela del consumatore
Oltre al già ricordato principio della trasparenza, gli operatori fissi dovranno asteneresi da "discriminazioni irragionevoli" sul traffico degli utenti. Ovvero: potranno 'giustificare' accelerazioni, rallentamenti di pacchetti, corsie preferenziali per ragioni di sicurezza e integrità dei propri servizi (pensiamo ai server che hanno 'mollato' Wikileaks perché attaccati dagli hacker) o per evitare 'ingorghi' sul web piuttosto che per bloccare contenuti non desiderati dagli utenti (pensiamo al famoso 'parental control' applicato ai motori di ricerca). 
Ma non potranno, invece, farsi pagare da chi fornisce servizi sul web per 'accelerare' alcuni contenuti  ascapito di altri, a differenza, come detto, degli operatori 'wireless'.
Il problema è che buona parte del futuro del web si gioca sul mobile. E allora è qui, forse, che la neutralità della Rete andrebbe difesa. 

Cartello 
Tutto bene, tutto vero, fanno notare i pragmatici. Che avvertono: meglio una normativa ambigua e con qualche falla che il vuoto. Nel quale le gradi compagnie tlc possono 'tranquillamente' puntare ad un cartello per far decollare di fatto una Rete di serie A più veloce e sicura del solito vecchio web.

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