martedì 28 dicembre 2010

"Basta odio"


Benedetto XVIBenedetto XVI ha manifestato oggi "grande tristezza per l'attentato in una chiesa cattolica nelle Filippine, mentre si celebravano i riti del giorno di Natale, come pure l'attacco a chiese cristiane in Nigeria". "La terra - ha aggiunto - si è macchiata ancora di sangue in altre parti del mondo come in Pakistan". "In questo tempo del Santo Natale - le parole del Papa - il desiderio e l'invocazione del dono della pace si sono fatti ancora più intensi. Ma il nostro mondo continua ad essere segnato dalla violenza, specialmente contro i discepoli di Cristo".

"Desidero esprimere - ha detto ancora Ratzinger - il mio sentito cordoglio per le vittime di queste assurde violenze, e ripeto ancora una volta l'appello ad abbandonare la via dell'odio per trovare soluzioni pacifiche dei conflitti e donare alle care popolazioni sicurezza e serenità".

Ricordando "l'odierna celebrazione della Santa Famiglia, che visse la drammatica esperienza di dover fuggire in Egitto per la furia omicida di Erode", il Pontefice ha esortato i circa 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro a pregare per "tutti coloro in particolare le famiglie, che sono costretti ad abbandonare le proprie case a causa della guerra, della violenza e dell'intolleranza". "Vi invito, quindi, ad unirvi a me nella preghiera - ha concluso - per chiedere con forza al Signore che tocchi il cuore degli uomini e porti speranza, riconciliazione e pace".
"I bambini hanno bisogno dell'amore di mamma e papà""Di questo hanno bisogno i bambini: dell'amore del padre e della madre. E' questo che dà loro sicurezza e che, nella crescita, permette la scoperta del senso della vita". Lo ha ricordato il Papa nel breve discorso che oggi ha preceduto l'Angelus dedicato alla Festa della Santa Famiglia, ricordando che i genitori di Gesù, hanno trasmesso il loro amore "soprattutto nei loro silenzi".

"Quanto è importante allora - ha esclamato Benedetto XVI - che ogni bambino, venendo al mondo, sia accolto dal calore di una famiglia. Non importano le comodità esteriori: Gesù è nato in una stalla e come prima culla ha avuto una mangiatoia, ma l?amore di Maria e di Giuseppe gli ha fatto sentire la tenerezza e la bellezza di essere amati". Anche nel momento della dura prova della fuga in Egitto, essi "confidando nella divina Provvidenza trovarono la loro stabilita' e assicurarono a Gesù un'infanzia serena e una solida educazione".

Maria e Giuseppe, ha spiegato il Papa teologo, conservarono "nell'intimo le parole dell'annuncio dell?angelo a Maria: 'colui che nascera' sara' chiamato Figlio di Dio'". Per il Pontefice, "la nascita di ogni bambino porta con se' qualcosa di questo mistero". "Lo sanno bene - ha osservato - i genitori che lo ricevono come un dono e che, spesso, così ne parlano".

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